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Attorno ai 3 anni di vita un bambino dovrebbe avere acquisito tutti i suoni della propria lingua ed utilizzarli correttamente nel linguaggio spontaneo. Se oltre tale età il linguaggio rimane poco comprensibile per gli estranei oppure il bambino fatica a spiegarsi o a comprendere delle richieste è bene chiedere una consulenza medica. Le difficoltà linguistiche possono essere specifiche, ovvero presentarsi in assenza di altri disturbi a livello cognitivo, motorio, sensoriale o emotivo-relazionale. In questi casi si parla di Disturbo Specifico di Linguaggio, che si manifesta con una marcata difficoltà linguistica all’interno di uno sviluppo generale assolutamente nella norma. Si possono classificare tre tipi di DSL, anche se nell’esperienza clinica è facile trovare bambini con tipologie miste:

  • DSL fonologico: marcata difficoltà nella pronuncia corretta dei fonemi, sostituzioni e processi fonologici insoliti o atipici per l’età, eloquio scarsamente intelligibile.
  • DSL espressivo: marcata difficoltà nella costruzione di frasi, nel racconto, nell’uso delle regole morfologiche e sintattiche, eloquio confuso e frasi di lunghezza ridotta.
  • DSL recettivo: marcata difficoltà nella comprensione di parole, frasi, richieste complesse con associata difficoltà espressiva.

Il DSL recettivo è il più grave, anche perché comporta una maggiore sofferenza nel bambino dovuta alla difficoltà nell’interazione con gli altri, con una conseguente chiusura. Anche nel caso di DSL l’intervento precoce si rivela il miglior predittore del successo terapeutico.

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