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Che cosa è la ciclotimia

Il disturbo ciclotimico viene considerato una variante minore del disturbo bipolare, che evolve maggiormente verso un disturbo bipolare di tipo II e con minor frequenza in uno di tipo I. Akiskal, che basa la sua teoria sul pensiero di Kraepelin, definisce la ciclotimia come il substrato temperamentale dei disturbi bipolari.
È caratterizzata da un decorso cronico e da una elevata frequenza degli episodi, infatti uno dei criteri di esclusione del DSM IV relativo alla diagnosi di ciclotimia è l’assenza di episodi per un periodo di soli 2 mesi. Sono episodi di lieve intensità che però comportano complicazioni di ordine psicosociale a causa della frequenza e dei cambiamenti che essi comportano. Molti pazienti ciclotimici vengono diagnosticati come affetti da disturbo borderline di personalità.

Quali sono i sintomi della ciclotimia

Il disturbo ciclotimico è caratterizzato da sintomi simili a quelli del disturbo bipolare, ma presenti con intensità minore.
Le fasi di alti ciclotimici si caratterizzano per una sintomatologia tipica di uno stato d’animo elevato, anche detti sintomi ipomaniacali, simili a quelli della mania ma meno gravi, in cui il paziente manifesta ottimismo eccessivo, sensazione che tutto sia possibile e umore euforico, aumenta l’attività perché la persona si sente piena di energia, i pensieri si succedono rapidamente fino a far diventare le azioni del soggetto disorganizzate e inconcludenti; talvolta è caratterizzato da umore euforico (caratterizzato da intolleranza, irritabilità e rabbia).
Le fasi di bassi ciclotimici invece si caratterizzano per una sintomatologia depressiva moderata o lieve, caratterizzata da perdita di interesse e piacere per le attività quotidiane, affaticamento e tristezza, diminuzione della capacità di concentrazione e dalla presenza di sentimenti di colpa e svalutazione. È raro che una persona affetta da ciclotimia provi solo una di queste fasi, infatti deve quotidianamente affrontare i problemi che derivano dall’oscillazione imprevedibile del proprio umore e dalle difficoltà di elaborazione e pianificazione delle attività quotidiane. I primi due anni in cui sono presenti i sintomi le fasi di alti e di bassi sono meno estremi; in seguito possono aumentare di intensità e aggravarsi. I pazienti potrebbero presentare episodi maniacali completi oppure avere episodi depressivi che rispettano i criteri di una diagnosi di depressione maggiore. È un disturbo che dura molti anni, con un esordio precoce, e spesso si considera come una predisposizione ad altri disturbi dell’umore; infatti in circa il 15-25% dei casi i pazienti ciclotimici sviluppano successivamente un disturbo bipolare.

Quali sono i criteri diagnostici per la ciclotomia

I criteri diagnostici del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) da soddisfare per formulare una diagnosi di ciclotimia sono:

  • Non si hanno episodi maniacali, depressione maggiore o disturbo schizoaffettivo, nè allucinazioni o deliri;
  • Avere avuto numerosi periodi di umore elevato (ipomania) e molti periodi di sintomi depressivi per almeno due anni;
  • I sintomi non sono causati da un abuso di sostanze o da una condizione medica;
  • I sintomi influenzano in modo significativo la vita sociale, il lavoro, la scuola;
  • I periodi di stati d’animo stabili di solito durano meno di due mesi.

Capita spesso che vengano fatte erronee diagnosi di ciclotimia, senza calcolare ce le oscillazioni del tono dell’umore frequenti e repentine sono sintomi comuni in molte altre problematiche psicologiche, come quelle dei disturbi di personalità. Un esempio sono i pazienti con disturbo borderline che hanno frequenti fluttuazioni dello stato dell’umore anche per eventi banali. Gli psichiatri però spesso ignorano la diagnosi personologica e medicalizzano i sintomi con una base psicologica al fine di giustificare che la terapia farmacologica con stabilizzanti del tono dell’umore sia necessaria.

Ciclotomia: Tipi di trattamento

Ci sono dei casi di comorbidità del disturbo ciclotimico con disturbi da iperattività e deficit da attenzione negli aduti; pazienti che solitamente appaiono resistenti al trattamento farmacologico con antidepressivi, particolarmente relativo ai tricicli e agli IMAO, invece presentano risposte positive ai trattamenti con stabilizzanti dell’umore.
Le ricerche scientifiche dimostrano che in caso di ciclotimia è importante la psicoterapia per avere dei miglioramenti riguardo alla stabilità dell’umore.
Risulta essere molto efficace in particolare la terapia a orientamento cognitivo-comportamentale, poiché aiuta le persone a riconoscere con rapidità i sintomi iniziali e le varie fasi in modo da modificare e affrontare gli stili di pensiero disfunzionali e le relative problematiche. Sono inoltre molto frequenti le prescrizione di psicofarmaci per la cura del disturbo ciclotimico, anche se solitamente è raccomandabile farne a meno con l’aiuto di un buon intervento psicoterapeutico.

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